LOGOPEDIA BAMBINI
“ I giochi dei bambini non sono giochi e bisogna considerarli come le loro azioni più serie”
Michel De Montaigne
Il gioco per il bambino non è certo solo un passatempo, ma piuttosto lo si potrebbe definire come un “lavoro vero e proprio”, attraverso il gioco scopre il mondo ed impara e cresce. Giocando con i genitori e tutte le persone che gli stanno intorno e giocando con gli oggetti, il bambino si diverte, esplora, socializza e crea legami, acquisisce fiducia nelle proprie capacità, apprende il mondo e anche il linguaggio. I bambini non apprendono tutti con la stessa velocità, per cui nelle fasi di acquisizione del linguaggio potrebbero incontrare delle difficoltà legate all’articolazione di alcuni suoni della lingua italiana e/o alla comprensione e produzioni delle strutture grammaticali che compongono la nostra articolata grammatica.
DISTURBO DEL LINGUAGGIO
Quando è possibile parlare di Disturbo del linguaggio e quando rivolgersi ad un’equipe che valuti il profilo cognitivo e linguistico di quel bambino?
E’ importante sapere che la diagnosi è possibile solo dopo i 36 mesi di vita e che viene effettuata da un’equipe professionale formata da: Neuropsichiatra infantile, logopedista e neuropsicomotricista. Ognuno, con le proprie competenze, indaga attraverso l’osservazione e, là dove possibile, attraverso l’uso di test specifici, la presenza o meno di altri disordini (sensoriali, neurologici, comportamentali, etc.) e dei markers specifici per il Distrurbo Specifico del linguaggio (DSL).
Prima dei 36 mesi
Prima dei 36 mesi è bene invece parlare di Late Talkers, ovvero parlatore tardivo. Si tratta di soggetti che hanno un normale sviluppo intellettivo e socio-affettivo, e che non hanno alcun apparente danno neurologico, semplicemente parlano tardi e questo proprio per il principio espresso in precedenza. Essi recuperano il loro ritardo intorno ai 3 anni ( late bloomers, "bambini che sbocciano tardi").
Oltre i 36 mesi
Se le difficoltà di linguaggio permangono oltre i 36 mesi è possibile parlare di Disturbo Specifico del Linguaggio.
Si parlerà di:
- Disturbo specifico espressivo solo se è in deficit riguarda la produzione del linguaggio, sia in termini di articolazione che di costruzione della frase
- Disturbo specifico recettivo-espressivo se le difficoltà riguardano non solo la produzione ma anche la comprensione del linguaggio.
Oltre i 4 anni
E’ possibile effettuare la diagnosi di Disturbo fonologico isolato, che si presenta quando le difficoltà riguardano non la pura articolazione dei suoni, ma piuttosto il loro utilizzo all’interno delle parole.
Inquadramento diagnostico
La buona riuscita dell’inquadramento diagnostico, non può prescindere dalla raccolta delle informazioni da parte di tutte quelle persone che ruotano attorno al bambino (genitori, scuola, pediatri). Oltre ad una buona raccolta anamnestica è fondamentale sapere come funziona il bambino in tutti i suoi contesti di vita e come le difficoltà del linguaggio influiscono sul suo comportamento.
Presa in carico
Dopo un primo periodo di osservazione è possibile che venga proposta una presa in carico:
- di tipo indiretto, con colloqui e controlli soprattutto in caso di late talkers che non hanno altri indici di rischio (buona comprensione e assenza di deficit neurosensoriali anche di tipo trasmissivo);
- di tipo diretto, con terapia monosettimanale o bisettimanale per DSL; la cadenza può variare a seconda dell’entità del disturbo e della tipologia del disturbo specifico del linguaggio: DSL (recettivo, espressivo fonologico, espressivo morfosintattico, misto).
E’ possibile inoltre che venga proposta una presa in carico in piccolo gruppo, in associazione alla terapia individuale o in alternativa.
Il lavoro in piccolo gruppo permette al bambino di mettere in pratica immediatamente le abilità acquisite e di generalizzare quanto appreso con i coetanei. Inoltre è utile per condividere le attività in un contesto più ecologico e favorire la divisione di successi ed insuccessi.
Le dinamiche che si creano all’interno del gruppo diventano elementi facilitanti per accettare le frustrazioni e favoriscono l’aumento della motivazione personale, dell’autocontrollo e dell’autoregolazione.
DISFAGIA PEDIATRICA
Tutti noi diamo per scontati il bere e il mangiare, che sono funzioni fisiologiche essenziali alla vita come la respirazione.
Diamo così anche per scontata la deglutizione, ma in realtà la difficoltà di deglutizione è un disturbo che colpisce un gran numero di persone.
La disfagia è la difficoltà o impossibilità a masticare, preparare il bolo e deglutirlo: è un disturbo che può colpire in età pediatrica, adulta e geriatrica.
I disordini di alimentazione e i disturbi di deglutizione in età pediatrica si presentano nei bambini con sindromi genetiche, disordini neurologici, malformazioni, disturbi gastrici e altro. Generalmente si inseriscono in quadri clinici molto complesse e sono il risultato dell’interazione di fattori di origine diversa.
La difficoltà o impossibilità a deglutire limita o compromette la capacità di alimentarsi,esponendo il bambino a gravi rischi, tale quale la perdita di peso, infezioni polmonari, riflusso gastro esofageo e tanti altri.
Tale compromissione comporta anche implicazioni sociali, per il grande disagio che il paziente disfagico e la famglia riscontra nel mangiare, portandolo spesso all'isolamento.
Inquadramento diagnostico
La valutazione ed il trattamento dei disordini deglutitori va condotto in team multidisciplinare nel quale sono presenti diverse figure professionali, tra queste la logopedista.
Presa in carico
La presa in carico del bambino disfagico ha come scopo quello di promuovere un processo riabilitativo il cui obiettivo principale è quello di migliorare la qualità della vita ed il benessere del bambino e della sua famiglia attraverso la messa in opera di trattamento che sostenga le potenzialità del bambino, che sviluppi al meglio le sue abilità funzionali e che sostenga la famiglia nella sua gestione. La precocità della presa in carico è importante non solo per lo sviluppo delle abilità motorie orali ma anche perché il problema deglutitorio influisce drasticamente sullo stato di salute del bambino e del suo benessere e la difficoltà di alimentare il proprio figlio interferisce notevolmente sul ruolo di madre,incrementando sentimenti negativi e attività poco propositive ed altamente inadeguate che interferiscono in una situazione già complessa dal punto di vista psicologo e gestionale.
L’equipe del Centro Dire Fare e Pensare è composta anche da logopediste specializzate nella disfagia pediatrica che attraverso costante aggiornamenti mettono a disposizione dei pazienti metodi riabilitativi riconosciuti sia in Italia che a l’estero come l’Oral Motor Therapy, sviluppato negli Stati Uniti da Sarah Johnson e il Prompt.
LOGOPEDIA ADULTI
DISTURBI E PATOLOGIE DI INTERESSE NEUROLOGICO
Disturbi del linguaggio e della deglutizione conseguenti a:
- Malattie neurodegenerative (morbo di Alzheimer, Parkinson,..)
- Disturbi conseguenti a lesioni cerebro-vascolari (ictus),
- Disturbi conseguenti a eventi traumatici (trauma cranico),
- Disturbi conseguenti a malattia oncologica (tumore).
Prestazioni
- Disartria è una difficoltà acquisita nell’articolazione del linguaggio, che può compromettere la comprensibilità di quanto viene detto e di conseguenza la qualità di vita;
- Afasia è un disturbo acquisito che compromette le capacità di comprendere e di produrre il linguaggio verbale, andando a influire quindi sulla capacità di comunicare con gli altri;
- Disfagia è un disturbo della deglutizione che può avere diversa origine e compromette a vari livelli e in maniera più o meno grave la capacità di deglutire il cibo.
- Funzioni esecutive possono essere definite come quelle capacità che entrano in gioco in situazioni e compiti in cui l’utilizzo di comportamenti e abilità di routine non è più sufficiente alla loro riuscita.Per fare alcuni esempi, sono le funzioni alla base della pianificazione, della creazione di strategie. Più in generale sono quei processi cognitivi alla base del problem solving.
DISTURBI E PATOLOGIE DI INTERESSE OTORINOLARINGOIATRICO
- Disturbi della deglutizione
- Disturbi della voce
Prestazioni
- Disfagia è un disturbo della deglutizione che può avere diversa origine e compromette a vari livelli e in maniera più o meno grave la capacità di deglutire il cibo.
- Disfonia è un disturbo della voce, che può compromettere l’emissione del voce in più modi (alterazioni di frequenza, intensità, durata, ecc.), rendendo difficile lo scambio comunicativo con gli altri e in alcuni casi l’intera attività lavorativa.
Come si procede?
I professionisti (logopedisti e psicologi) dello studio provvederanno alla valutazione del caso, con strumenti specifici, al fine di constatare la presenza/assenza di un disturbo e la sua gravità.
Poi, insieme si stabilirà la necessità di un trattamento specifico, chiarendo che tipo di percorso svolgere e con che modalità!
Servizio di consulenza
Il servizio di logopedia, all’interno delle strutture, si propone di valutare, sostenere e riabilitare alcune competenze della persona anziana e altri ospiti, in particolare si occupa delle sfere cognitiva, comunicativa (disartria, afasia) e alimentare, intesa come difficoltà a deglutire (disfagia). Tutto ciò al fine di promuovere o riabilitare la comunicazione dell’ospite e diminuire le difficoltà legate all’assunzione di cibi e bevande.
Il servizio di consulenza da anni è operativo con successo in diverse Strutture a Milano come il Piccolo Cottolengo Don Orione, la Casa di Cura Ambrosiana, Cliniche Segesta, ecc e prevede:
- valutazione non strumentale mediante la somministrazione di prove di evidenza clinica
- Cooperazione alla stesura del programma riabilitativo
- Attuazione del programma riabilitativo con sedute individuali di rieducazione logopedica
- Monitoraggi delle abilità di deglutizione durante i pasti
- Compilazione della diaria clinica
- Elaborazione della relazione logopedica prima della dimissione del paziente
- Interventi di formazione per il personale della struttura e di counseling logopedico con i familiari e gli operatori
DEGLUTIZIONE DEVIATA O ATIPICA
Terapia miofunzionale
Ogni giorno deglutiamo tra 500 e 1500-2000 volte (saliva, alimenti e liquidi) e ad ogni deglutizione la lingua esercita contro le strutture della bocca una forza di 1-1,5 kg.
Se la deglutizione non avviene in maniera corretta, può portare a modificazioni della struttura della bocca e dell’intero distretto oro-facciale, nonché a squilibri del sistema posturale. Nello stesso tempo, alterazioni anatomiche possono condurre a una deglutizione deviata. Il raggiungimento di un’armonia anatomica e funzionale delle arcate dentarie e del viso nel complesso, richiede un approccio multidisciplinare.
Una stretta collaborazione tra odontoiatra/ortodonzista e logopedista è indispensabile al fine di raggiungere risultati stabili nel tempo: il primo cerca, anche attraverso l’uso di apparecchi ortodontici, di riportare una buona struttura anatomica e l’altro cerca di riequilibrare la funzione muscolare mediante la terapia miofunzionale.
A volte, quando si riscontrano problematiche otorinolaringoiatriche (otiti, adenoidi/tonsille ipertrofiche, allergie, ecc.) e/o una postura scorretta, risulta necessario coinvolgere anche l’otorinolaringoiatra e/o la figura del posturologo.
La terapia logopedica, svolta prima, dopo o contemporaneamente al trattamento ortodontico, favorisce e velocizza il raggiungimento degli obiettivi e rende i risultati ottenuti duraturi nel tempo.